sabato 31 agosto 2013

I Windsor pronti per le vacanze

Kate e William

Finalmente sono usciti: da casa. Oramai il Piccolo Principe, George, è pronto per farsi qualche viaggetto... Così il Duca e La Duchessa di Cambridge sono lì a scegliere la destinazione del prossimo giretto. C'è chi dice che sono pronti per trasferirsi per un periodo di relax in lucchesia, a pochi chilometri dalle mura della città amata da Napoleone. 
Kate Middleton

Hanno acquistato una villa? O l'hanno affittata? Intanto tutto il gotha di Lucca e provincia scalpita. Arriverà l'invito a colazione o a pranzo? Verrà fatta un cena allargata? I Mansi, i Tucci, i Mazzarosa, i Colonna di Stigliano sono lì che bramano un invito: anche per un caffè. Ma il viaggio pare improbabile. Andranno a Bolgheri? Plausibile: Sibilla della Gheradesca e Gaddo sono relativamente intimi. Firenze? La Principessa Giorgiana Corsini, consorte di Filippo, ha fatto lucidare l'argenteria dopo essere rientrata dalle vacanze: è un segnale? Può essere.

Pippa Middleton

Ma gettonato è anche un periodo in Provenza. La Duchessa di Cambridge adora il settembre provenzale: certo non St.Tropez, ancora troppo affollata. Anche se non disdegnerebbe due carciofi al Club 55. Ma il rischio è l'eccessiva visibilità. Intanto Pippa, la sorella dal famoso lato B, proprio a metà agosto è stata segnalata in un ristorante sulla collina di Gassin: è un segno? The Queen non apprezzerebbe molto: considerate le foto più o meno rubate alle puppe ducali che l'estate passata fecero il giro dei giornali gossipari... 

E quindi? Barca: andranno in barca, si sussurra a Londra.
William e Kate
Ma un panfilo, magari a vela tipo un vecchio Sangermani, potrebbe essere leggermente pericoloso per il Royal Baby. E poi in barca per andare dove? Ibiza, dicono sempre a Londra. L'isola delle Baleari unirebbe l'utile al dilettevole: spiagge semi deserte, calette lontane dagli occhi indiscreti dei paparazzi e soprattutto la totale assenza del gotha impolverato e odoroso di naftalina di italica memoria. E vuoi mettere!!!

venerdì 30 agosto 2013

Con gli amici da U Giancu a Rapallo

Degli amici cari, una serata simpatica di raffinata conversazione, cibo appetitoso e genuino in un posto piacevole. A volte sembra impossibile invece da U Giancu, sopra a Rapallo, si trova tutto questo e molto di più... (non dimenticate di portare gli amici!).

U Giancu
Fausto Oneto fonda sulla tradizione locale e sui prodotti di stagione una cucina delicata ma appetitosa, che spazia dalla tradizionale focaccia genovese a fantastici ravioli con erbette e fiori di campo, pasta al pesto, verdure di ogni genere, sublimi carciofi in inverno ed il prebuggiun, carni, preziosi sorbetti e dolci da leccarsi i baffi.

Si cucina da U Giancu
Il tutto accompagnato da ottimi vini e un'ampia e ricercata scelta dei migliori distillati. In questa stagione assolutamente da provare, doppio urrà, i funghi fritti: assolutamente deliziosi! Anche se in effetti non erano in menù... ci sono stati gentilmente preparati su richiesta... E complimenti al garbo!

L'atmosfera è molto intrigante: l'interno è il regno di fumetti e musica, ricco di curiosità e di angoli divertenti: un posto da guardare con attenzione e dove stupirsi. All'esterno il piacevole parco ha giochi per bambini, e sembra di essere in campagna. Soprattutto l'accoglienza è ottima, sincera, attenta: i piatti ti vengono raccontati con amore nella filosofia di Fausto, abile conversatore, che è sempre curioso di conoscere i suoi clienti e di capire cosa provano quando entrano nel suo locale, assaporano i suoi piatti, vivono l'emozione della sua cucina.
Per me è il migliore ristorante del Tigullio collinare!

U Giancu



Populonia ospite di Cesare Gasparri Zezza

Populonia


Arrivare a Populonia in una giornata di fine maggio, lasciarsi alle spalle una delle necropoli etrusche più estese, e salire alla Rocca è un'esperienza unica nella vita, soprattutto se accompagnati e meravigliosamente ospitati da Cesare Gasparri Zezza, nobiluomo, penna sagace e narratore squisito, che ci accoglie e ci lascia addentrare nei segreti di un luogo di famiglia. 



Vista dalla torre

Populonia fa parte della dodecapoli etrusca ed è ricordata già da Tito Livio come la città che fornì il ferro a Scipione l'Africano per la seconda Guerra Punica. L'antico borgo si apre dinnanzi ai nostri occhi non appena superato il portale con lo stemma a dragone, ci dirigiamo alla Rocca e saliamo agevolmente sull'antica torre, un mastio semicircolare di origine medievale punteggiato da feritoie: gli scalini sono alti e il percorso angusto. Bisogna conquistarsi la salita (in effetti, se avessi indossato le ballerine...) ma il panorama, una volta saliti, lascia senza fiato per colori, luce e meraviglia!  Attraverso la merlatura ghibellina del torrione centrale possiamo ammirare il borgo che si estende sotto di noi, come un disegno a nostra disposizione per comprendere meglio come è modulato,  e poi allungare lo sguardo al golfo di Baratti ed all'Arcipelago Toscano: sinuoso, mentre il tramonto illumina, delicato, i profili delle colline alle nostre spalle. 

L'ospitalità del Barone Gasparri è squisita, sacra: ci accoglie nella villa centrale del paese e, passando per il cortile saliamo al piano nobile dove le stanze hanno arredi antichi. Catturano l'attenzione le foto di famiglia dalle quali spiccano sorrisi di bambini felici a ricordare che si tratta di un luogo vivo e ricco di tradizioni familiari ancora esistenti.  Nel cortile incontriamo gli zii, persone squisite che dopo tanti anni sono capaci di tenersi ancora per mano e guardarsi con dolcezza. 


Il villaggio
Passeggiare per il borgo è come respirare storia antica, sentire di essere parte di un percorso ultramillenario: la pietra color miele avvolge, i colori della primavera sono unici e la brezza rende assolutamente terso il cielo blu e il colore del mare ancora più intenso. Scendiamo alla spiaggia e il mare si apre nell'imbrunire del tramonto davanti ai nostri occhi, punteggiato di barche a vela. Neppure le fotografie riescono a catturare la magia del momento: i colori sono di una intensità tale da rievocare nel cuore il Piccolo Principe e i suoi quarantatré tramonti, in grado di assorbire ogni malinconia e di restituire serenità.

giovedì 29 agosto 2013

V&A Friday Late

V&A Friday Late
Passeggiare per South Kensington in un pigro venerdì pomeriggio, lasciarsi alle spalle Old Brompton Road dove casualmente si incontrano Michelle Hunziker o Hug Grant, sbirciando la vetrina colorata delle Lamborghini, procedere tra i lascivi dolci francesi nelle vetrine, sentire il profumo del pane appena sfornato di Paul mescolato a quello di cannella e cioccolato dei biscotti di Ben's Cookies, per arrivare al Victoria and Albert Museum, il museo voluto dalla Regina Vittoria e dal suo amatissimo Albert. 

David Bowie
Adoro questo museo per tante ragioni ed in particolare mi piace infinitamente quando  si apre la sera, per il ''Late Friday'', l'ultimo venerdì del mese. L'amica Elisa ci invita con garbo squisito e ci introduce a queste meraviglie: una vera festa dell'arte! Ad aprile la serata, super, dedicata alla special exibit su David Bowie ci fa entrare nel mondo dell'arte, della musica e del costume come di contraccolpo, con una forza incredibile, ci trascina indietro nel tempo. 


W&A The Garden
Già l'atrio del Museo, appuntamento sotto al maestoso lampadario, risuona di gruppi musicali strategicamente localizzati in ogni corner disponibile: artisti giovani con occhi carichi di emozione e volume a tutto spiano. I bassi risuonano nelle volte. Il museo prende vita nel pullulare di gente, di giovani, tra musica, drinkini e mille sosia di David. Ritorno a sbirciare, senza un ordine preciso,  statue del Canova, quadri di Botticelli, Willam Blake, John Constable, Raffaello, Tuner e Velazquez, immergendomi pigramente in mondi, epoche ed universi diversi. Favoloso e', infine, raggiungere il John Madejsky Garden, ovvero il cortile interno, che abbraccia un'ampia fontana, usata come piscina dai biondi bambini inglesi nelle giornate primaverili. 
Qui la musica risuona sotto le stelle e per uscire devi attraversare una passiera rossa tra animatori che interpretano paparazzi: per un attimo, sotto il cielo di Londra, tra i capolavori, puoi sentirti una star da red carpet. In questa atmosfera geniale e' forte la consapevolezza che arte, musica, design sono vita e nutrimento per la nostra anima e che sono assolutamente contemporanei, di una bellezza senza tempo, sulle note di "Hey Babe, let's go out tonight".

Donne, fatemi vedere le scarpe e vi dirò chi siete

C'è chi, di memoria disneyana, riesce a capire una persona osservando il suo cane: ricordate la carica dei 101? Cane e padrone passeggiano svagati con la stessa andatura, lo stesso colore di capelli, la stessa espressione altera o degage'... e sono rappresentazione l'uno dell'altro.
Questo gioco mi intriga, ma con le scarpe. Avete mai provato? Avete mai provato a riconoscere una donna dalle scarpe? 
Pensiamo ad esempio ad una mattina primaverile londinese: cielo terso, aria asciutta e ciliegi in fiore. Un contesto molto semplice, che non richiede nulla di eccentrico, perfetto per studiare un campione di popolazione femminile.
Ecco la prima in arrivo, non importa cosa indossi, concentriamoci sulle scarpe.
Stiletto Casadei

Stiletto Casadei con plateaux, open toe, rigorosamente senza calze, tacco 14, abbronzatura e pedicure impeccabile (color prugna). 
Questa e' la più facile: perfetto stile  milanese, soggetto in grado di vivere costantemente con i supertacchi, come se togliendoli ne perdesse la capacita' di utilizzo, si muove rigorosamente in black cab anche per attraversare l'isolato e ha sempre un'aria un po' triste e scocciata (dolorante?) mentre spera di sedersi al più presto. Unica nota positiva: e' libera di appoggiarsi inavvertitamente al braccio dell'uomo più affascinante incontrato per caso... Nessuno le negherebbe un aiuto: fa parte dei diritti umani fondamentali!

Varina Ferragamo
Ecco invece un'altra ragazza, la riconosceremo? Ma certo! Si divide tra incognite ballerine e il modello Varina di Ferragamo tacco due cm e di qui non si esce. Le Varina rigorosamente blu e con il fiocchetto d'ordinanza in organza, strappo alla regola magari nere. Le scarpe sono una sicurezza. Perché una volta che la nonna ha scelto il modello giusto bisognerebbe cambiare? Con queste poi si cammina bene. Il modello, alternato a volte con stivaletti bassi, non conosce le sfumature del tempo: a qualsiasi ora del giorno la ragazza genovese  riproporrà le stesse scarpe. Anche la sera, anche in vacanza finchè non le faranno gentilmente notare che, a certe feste, la sera, sarebbe meglio salire sui tacchi...

E lo stivale coloratissimo con supertacco e Swarovski ogni dove? Con l'inconfondibile marchio MV? Ecco arrivare la ragazza Toscana che si sente veramente libera di essere originale e... Che non potrebbe mai, neppure lontano dal Forte, rinunciare a Mauro Volponi e ai suoi colori e profumi che, a volte, sembrano creare assuefazione.

Il piede perfettamente curato calza un meraviglioso sandalo Rene' Caovilla alle dieci di mattino?
Sandali Rene' Caovilla
È sicuramente una ragazza veneta che solca le strade di Londra con sandali cuciti a mano e arricchiti da preziosi Swarovski che troverebbero degno posto in una teca in salotto. ci chiediamo se sia davvero una principessa abituata solo al meglio o se abbia, semplicemente, fatto tardi...

E quelle basse start right o clarks, con cui una ragazza conquista la strada e la tube o passeggia nel parco? Sono immancabilmente della ragazza inglese che brandisce in mano un sacchetto (solo a volte nascosto in borsa) da cui sporgono tacchi esagerati dai colori fluo improbabili che mai si abbineranno con il resto del look ma che potranno essere indossati la sera al pub e... Sicuramente passeranno inosservati sulla pelle diafana e trasparente, chiara come il latte, solo dopo parecchi drink.

Ecco poi la turista infaticabile, per cui la comodità e' tutto, incedere con le hogan interactive anche con la gonna (il dubbio che sia una gonna pantalone ci tormenta sempre)  presentando al mondo il lato peggiore delle sue gambe, assolutamente simpatica nel suo disinteresse totale per ogni ricerca di abbinamento. In alternativa usa le Geox: la scarpa che respira...sperando di non morire per l'affaticamento: nessuno si presterebbe a una respirazione bocca a bocca...

La ragazza americana ci strabilia sempre e non ci delude mai. Per lei faremo un'eccezione. Pettinatura impeccabile, giacca e borsa Chanel incede leggera con stile, iPhone in mano, bracciali e orologio di Cartier che tintinnano al braccio e...
Sandalo Stuart Weitzman
Flip flop havaianas ai piedi. La certezza è che Cristian Laboutin dovrebbe cambiare strategia marketing in US e che Manolo Blahnik potrebbe essere il nuovo uovo di Colombo. La dimostrazione che il mercato delle scarpe non sarà mai saturo passa oltre e ti chiedi se lasciarla camminare ignara dell'esistenza di scarpe come Marc Jacobs, Jimmy Choo, Louis Vuitton, Fratelli Rossetti, o svelarle il segreto.... magari agitando un pochino il mio sandalo Stuart Weitzman per interessarla...

Alla prossima scarpa, donne: parola di una millepiedi! 

mercoledì 28 agosto 2013

Londra da ballare

Annabel's Club
A Londra per ballare??? E perché no? All'ombra del Big Ben ci sono oltre un centinaio di club che vale la pena visitare per fare quattro salti! Ed ecco allora una piccola lista ragionata.


Il club per eccellenza è Annabel's, al 44 di Berkeley Square, Mayfair, l'unica "disco" dove abbia messo piede Sua Graziosissima Maestà la Regina Elisabetta. Creato da Mark Birley nel 1963 deve il suo nome a Lady Annabel Goldsmith. Per accedervi occorre essere soci o esserci accompagnati. Ottimo il ristorante e piacevolissima la musica: soprattutto il giovedì e il sabato. Ci incontrate la Londra che conta, da Sir Rocco Forte in su. Da non perdere.


Arts Club
Non distante è l'Arts Club, al 40 di Dover Street, proprio a pochi metri da Old Bond Street. Rilanciato nel 2011, fu creato nel 1863 ed ebbe tra i membri Dickens, Thomas Hughes e Liszt. Oggi è frequentato da mezza Londra soprattutto il mercoledì ed il sabato. Naturalmente si pranza molto bene.





Nozomi

Da non mancare? Il Nozomi, naturalmente, al 15 di Beauchamp Place, Knightsbridge. Tra i proprietari vanta il Principe Maximilian della Torre e Tasso, Max per gli amici. Ci si va per un drink, per gustare dell'ottimo sushi e per ballare. Fanno tappa settimanalmente i giocatori del Chelsea, le principesse Windsor, Beatrice ed Eugenia, e tutta la movida londinese. Ottimo il mojito.








Bouji
Sempre sulla cresta il Boujis, 43 Thurloe Street, South Kensington. Il Principe Harry ama ballarci in compagnia del cugino Freddy e di tutta la banda dei discoli londinesi. Molti gli italiani, sovente con vari cognomi: il PR è infatti Carlo Carello, piemontese d'origine ma londinese da sempre. La musica è ottima e le ragazze vestite il meno possibile...
Che dire: buon divertimento!

La nuova vasca dei delfini all'Acquario di Genova

Mi brillano gli occhi per lo stupore e la meraviglia di fronte alla nuova vasca dei cetacei dell'Acquario di Genova, appoggio lievemente la mano sullo spesso vetro che mi separa dai delfini e loro decidono di nuotare verso di me, illuminati dal sole, l'emozione e' palpabile.

Acquario di Genova - La nuova vasca dei delfini
A fine luglio  una sontuosa inaugurazione ha simulato il riempimento dei tremila litri di vasca tra fiori delicati, champagne, fuochi d'artificio e il taglio del nastro arancione e blu, simbolo dell'alleanza tra Costa Edutainment e il mondo del mare. La cerimonia raffinata ed esclusiva mescolava le suole rosse dei tacchi Laboutin e scollati abitini Missoni, indossati su perfetta abbronzatura, con l'emozione di ragazzini in corsa su e giu' per il tunnel vetrato di 15 metri che già' conoscevano per nome i tre delfini arrivati da Gardaland per aggiungersi ai tre presenti in acquario.

Acquario di Genova - La nuova vasca dei delfini
Renzo Piano, consegnando un altro tassello di Porto Antico uscito dalla sua matita, ha semplicemente confidato" e' un' opera d'arte ingegneristica, frutto di una collaborazione corale. E' una forte manifestazione d'amore per il mare".  Mentre guardavo il colore di un blu profondo delle quattro vasche a cielo aperto, memore anche della recente visita allo Shard, con ancora negli occhi e nel cuore lo skyline londinese assorbito dai colori del tramonto, mi e' venuto spontaneo, dopo le congratulazioni di rito, domandargli come queste opere geniali si compongano nella sua mente.
Renzo Piano
E lui, simulando il gesto con la mano e alzando occhi azzurri vivaci verso di me: " basta prendere in mano una matita e sognare".
Trenta milioni di euro, trenta mesi di lavoro, 12.000 mc di cemento, 3.500 mc d'acqua, quasi cento metri di lunghezza, 4 vasche, 2 torri laterali costituiscono il nuovo padiglione dei cetacei dell'Acquario di Genova, che si assicura quindi il primato in Europa. Un vero sogno! Un sogno realizzato con duro lavoro, senza mai arrendersi ad ogni difficoltà passando per il ritrovamento di antiche anfore, alle problematiche di spostamento della vasca nell'area portuale da Voltri al Porto antico, all'affondamento della vasca, alla sua impermeabilizzazione e al riempimento: un progetto ciclopico.

Grata per questa preziosa opportunità, sulle note della PFM nella sperimentazione musicale di Mozart, Verdi, Prokofiev e Rossini, tra classico ed elettrico, con nel cuore il pensiero a De Andre' e a fianco a sua moglie, mi sono quindi addentrata nel percorso. Questi mammiferi hanno qualcosa di ancestrale e al solo guardarli sembra di essere trasportati nel mito: saranno gli occhi penetranti e lievemente distanti tra loro, gli arti anteriori accorciati o la pinna caudale che ne differenzia la specie, il loro nuotare veloce e scattante, l'energia e la giocosità divertita nel saltare metri fuori dall'acqua per respirare. 
Acquario di Genova - La nuova vasca dei delfini
La luce bassa ci conduce nel profondo degli abissi del mare , per un attimo sembra di trovarsi nelle lagune delle fiabe e ci si guarda intorno per vedere se calerà anche la nebbia ad accoglierci addentrandoci nel tunnel di cristallo, nel mondo dei delfini. Il percorso prosegue a fianco alle vasche a cielo aperto e sorprende per il gioco di luci e aria che accomuna delfini e visitatori, davanti alla città di Genova che si distende, come sdraiata, alle nostre spalle. L'ing. Bacci Costa, direttore tecnico del progetto, che indossa una deliziosa cravatta di Hermes con i delfini, confida con un lampo scherzoso di entusiasmo negli occhi, che i delfini saltano davvero in alto, proprio a pelo vasca, e lo sguardo si distoglie un istante dalla conversazione, per vedere se ci sono ancora.

Mi lascio trasportare dalla magia del mare attraverso delfini, lamantini, pinguini, foche, squali, razze, pesci tropicali, tartarughe marine, cavallucci marini, meduse, polpi e tantissimi altri pesci in un incredibile viaggio che coinvolge e cattura l'attenzione nei mille colori e nelle mille forme in cui si esprime la natura. Un mondo meraviglioso: la nuova vasca e' solo la ciliegina sulla torta...

martedì 27 agosto 2013

Se volete scriverci...

Cari amici, Morning Coat è a vostra disposizione! Volete pubblicare un pezzo? Mandatelo a morningcoatlondon@gmail.com. Seguiteci su Twitter: @morning_coat
Vi aspettiamo!

Mangiare a Londra con gusto



Rocco Chelsea

Diciamolo: Londra è uno di quei posti dove si mangia meglio al mondo! Le cucine etniche sono tutte qua e la scelta è la piu' vasta che si possa immaginare. Ma vorrei darvi qualche dritta nel caso aveste organizzato un giretto a breve.
Ostrica al Gazette

Se vi piacciono le ostriche, non potete fare a meno di una tartare e la chateaubriand è la vostra carne preferita l'indirizzo giusto è il ''Gazette'' di Battersea, al 79 di Sherwood Court, Chatfield Rd SW11 3UY London. Qui le ostriche sono freschissime, la tartara è la migliore di Londra e la chateau è assolutamente squisita, rigorosamente accompagnata da un gratin dauphinois. Carta dei vini concentrata sui rossi di Borgogna e Bordeaux ma anche ottima scelta di bianchi, in particolare di Linguadoca.








Cheyne Walk Brasserie

Altro indirizzo da non mancare è la Cheyne Walk Brasserie di Chelsea: lo trovate al 50 di Cheyne Walk SW3 5LR London. Il locale è un vecchio pub ristrutturato dominato da un grande barbeque dove si cucina il miglior pesce di Central London: ma anche ottima carne. Anche qua il gratin è da leccarsi I baffi. Carta dei vini importante ma con ricarichi onestissimi, per essere a Londra.

Non potete fare a meno di un ristorante italiano? Andate da Rocco, al 254 di Old Brompton Rd SW5 9HR London. A due passi dalla metropolitana di Earl's Court con piacevoli tavoli sul marciapiede questo ristorante-salumeria offre il meglio della cucina lombarda in terra inglese: milanese da manuale, risotto con l'osso buco, pescetti fritti. Insomma:una goduria!

Buon soggiorno all'ombra del Big Ben!!!'

I vini di Alberto di Gresy

Alberto di Gresy

Ho avuto la gioia di conoscere Alberto Cisa Asinari di Gresy alcuni anni fa a Torino, e mi ha affascinato il suo modo di parlare della campagna e dei suoi vini. La logica conseguenza è stato un invito alla Tenuta di Martinenga dove Alberto Gresy da oltre trent'anni produce i suoi nettari.

Le Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Grésy, di proprietà della famiglia di Grésy dal 1797, nascono come cantina vitivinicola nel 1973. I vigneti si trovano tra le Langhe e il Monferrato, luoghi notoriamente pregiati e rappresentativi della produzione vitinicola del Piemonte.
Le Aziende agricole vitate di proprietà sono quattro: Martinenga nel cuore del comune di Barbaresco, Monte Aribaldo nel comune di Treiso, La Serra e Monte Colombo nel comune di Cassine.

Martinenga però è il vero e proprio cuore della produzione di Alberto Gresy, dove vengono conferite le uve provenienti dagli altri vigneti di proprietà e vinificate nel rispetto della tradizione e della natura, per ottenere vini di altissimo livello qualitativo con l'obiettivo di trasferire il più possibile fedelmente l'identità del vigneto in bottiglia.
A Barbaresco, a pochi chilometri da Alba, Martinenga, territorio dalla tradizione antichissima, produce soprattutto uve nebbiolo da Barbaresco ma anche uve barbera e cabernet sauvignon mentre alcuni impianti più recenti riguardano chardonnay e sauvignon blanc.
Poco distante, nel comune di Treiso, Monte Aribaldo è sede di un vigneto atto a produrre uve dolcetto d’Alba, chardonnay e sauvignon blanc.
Nel Monferrato La Serra produce uve moscato d’Asti, barbera d’Asti e merlot e Monte Colombo è una tenuta interamente dedicata al merlot e alla barbera d'Asti.

Per quanto riguarda i vini, Alberto Gresy ne produce una quindicina ma a me ne piacciono soprattutto 4.
Tre i barbaresco.
Il Martinenga Barbaresco docg, interamente da nebbiolo. La vinificazione è in rosso con macerazione a cappello emerso per 8/10 giorni e a cappello sommerso per 5/10 giorni e fermentazione malolattica successiva a quella alcolica in ambiente a temperatura controllata. L'affinamento è con un breve passaggio in barrique e successivamente in botti di rovere di Slavonia per 12 mesi e in bottiglia per 12 mesi.
Il Gaiun Martinenga Barbaresco docg nasce nel 1982 come selezione di una parte del vigneto Martinenga verso Asili e viene prodotto solo nelle migliori annate. A differenza del Martinenga base, ha un affinamento in barrique di rovere francese per 18 mesi e successivamente in bottiglia per 24 mesi.
Il terzo barbaresco è il Camp Gros Martinenga Barbaresco docg. È il fiore all'occhiello della produzione di Alberto Gresy e viene prodotto dal 1978 solo nelle migliori annate: è una selezione che riguarda una piccola parte del vigneto Martinenga verso Rabajà.
Qui si ha il meglio in termini di esposizione, microclima e terreno, fattori di massima importanza che si trasferiscono nel vino, regalando un prodotto che riassume in sé  tutte le caratteristiche di un grande barbaresco, all'apice tra complessità ed armonia.
Dopo un breve passaggio in barrique, l'affinamento è in botti di rovere di Slavonia per 22 mesi e in bottiglia per 15 mesi.

Il quarto vino è uno chardonnay in purezza che non ha molto da invidiare a quelli prodotti in Borgogna! Si tratta del Grésy Chardonnay Langhe doc prodotto con uve coltivate nei comuni di Barbaresco e Treiso. Qui la fermentazione è in barriques nuove di rovere francese dove il vino permane per un periodo di 22 mesi prima di un'ulteriore affinamento in vetro per 5/6 mesi prima della commercializzazione.

Questo è il mondo di Alberto Gresy, uomo di finanza per studi universitari ma uomo del vino per passione e per cultura.

Grazie Alberto!

Barbaresco Martinenga



lunedì 26 agosto 2013

Scontrini, pazzi (?) sul web



Caffè Lavena, Venezia
Sul web girano da qualche giorno gli scontrini postati da alcuni avventori relativi a consumazioni fatte in bar e ristoranti di luoghi in giro per l'Italia. La scorsa settimana hanno fatto scandalo il prezzo pagato in un caffè storico di Venezia e quello pagato in un locale vicino alla Costa Smeralda.
Flavio Briatore

Anche Flavio Briatore ha detto la sua su quest'ultimo, sostenendo che in questo modo si uccide il turismo. Un succo di frutta a 20 euro non è certo regalato: ma Briatore si è dimenticato di ricordare quanto costa una consumazione al Billionaire di Porto Cervo o un Bellini nel suo locale londinese, il C London di Mayfair, ovvero l'ex Cipriani.
C London, Mayfair
Non credo che il medico abbia mai ordinato a nessuno di frequentare il Caffè Lavena a Venezia o il Phi Beach.
Si può andare a Venezia bevendo un drinketto in un barino fuori mano e pagarlo come a Borghetto Santo Spirito.




Byblos, Saint Tropez
Naturalmente se si vuole frequentare i posti "vip" il prezzo da pagare è molto alto. Provate a prenotare una camera a Venezia durante la Mostra del Cinema: e vi renderete conto che il prezzo non sarà lo stesso di quello dovuto per il mese di gennaio. Lo stesso vale per un qualsiasi altro posto in Italia o all'estero.
Un kir al vino bianco lo si paga 17 euro all'esclusivo Byblos di St.Tropez: ma lo stesso aperitivo costa 4 euro al caffè L'Ormeau di Ramatuelle, a pochi chilometri di distanza.
Allora perché indignarsi? E soprattutto perché indignarsi sul web?

Aboard The World


The World
Avete mai sentito parlare di The World, la nave da crociera di oltre 200 metri la cui proprietà è di 150 miliardari che la detengono in esclusiva? Ebbene si: 150 appartamenti, dai 38 metri quadri di quelli più piccoli alle suite da 500 metri... Miliardari che la vivono in compagnia di pochi selezionatissimi ospiti, tanto che sulla nave, che ha 300 persone d'equipaggio, ci sono al massimo 400 residenti "vip"!

The World
In compagnia di alcuni amici siamo stati ospiti del direttore di The World alcuni mesi fa a Greenwich durante il soggiorno londinese della nave. La sera prima a bordo c'era stato un gala dinner dove gli ospiti d'onore erano il Principe Michael di Kent e consorte e l'organizzatrice del gathering era la donna più ricca del mondo, di nazionalità australiana, che su The World possiede uno degli appartamenti più belli.
Siamo arrivati sulla nave dopo controlli severissimi, metal detector compreso, e subito ci siamo ritrovati immersi in un lusso non ostentato bensì sostanziale. Siamo così arrivati ad uno dei lounge attiguo al ristorante più elegante: carta dei vini che spazia da Cheval Blanc a Ornellaia, passando dai grandi chardonnay di Borgogna ai più pregiati sauternes.
The World
Dopo un giro della nave siamo arrivati alla piscina, ospitata a sud del campo da tennis dove il nostro ospite ci ha offerto champagne d'annata e sushi.

The World gira il mondo: dopo Londra ha fatto tappa nei mari del Nord, poi Spagna, St.Tropez, Portofino, Livorno, dove gli ospiti hanno ricevuto un invito a pranzo da Piero Antinori che a Bolgheri produce vini nella tenuta di Guado al Tasso. Varata una decina d'anni fa i suoi proprietari hanno sborsato un minimo di un milione di dollari per aggiudicarsi l'appartamento più piccolo. E spendono un minimo di 300.000 dollari l'anno per poter starci a bordo. Oltre a vitto ed extra naturalmente.
Ne saranno proprietari per altri trent'anni quando la nave andrà in disarmo.
Ma che spinge miliardari di tutto il mondo a detenere una quota e quindi una camera a bordo?





domenica 25 agosto 2013

Portofino: quando il turismo ha una marcia in più


Chi non è mai stato a Portofino? Nel porticciolo, in barca o in barcone, sulla calata, dopo aver parcheggiato l'auto nel parcheggio multipiano, credo ci siano passati tutti.
Nell'estate 2013, con la crisi che si è manifestata ovunque in Italia, Portofino ha tenuto banco in fatto di presenze e soprattutto in fatto di occupazione di camere d'albergo e di tavoli ai ristoranti.


Dopo un'inizio stagione partito in sordina, complici le condizioni meteo non proprio favorevoli, il fascino di Portofino ha colpito ancora. Il prologo è stato la tre giorni voluta da LVMH, la multinazionale del lusso di proprietà di Bernard Arnault, che ha portato 300 top client di Bulgari nella perla del Tigullio. Tutto occupato, dalle camere dell'hotel Splendido a quelle del Miramare di Santa Margherita Ligure. Insomma: un successo d'immagine per Portofino!

Avete in programma un giro da queste parti? Ecco qualche dritta...
La focaccia, semplice o alle cipolle, la si compra al forno Canale, appena lasciato il parcheggio. Mariangela, la proprietaria, è anche la fonte per sapere ci c'è e chi se n'è appena andato: ci passano quotidianamente Afef e Giuseppe Recchi, presidente di ENI, con la consorte, la Principessa Maria Pace Odescalchi. Giuseppe è nipote di Gianna Recchi, consorte di Gianluigi Gabetti, ex (o attuale) mente finanziaria di FIAT.

Il caffè lo si prende al Bar Mariuccia: dove servono un ottimo paciugo. Per l'aperitivo tre scelte: il Jolly, fino a qualche anno fa chiamato Scafandro, è il preferito dalla borghesia locale. La Gritta, poco più in là, è il locale di Maurizio Raggio, ex compagno della Contessa Francesca Agusta: qui ci vanno i portofinesi da sempre, accuditi dal barman Pietro. I radical-chic preferiscono il Winterose, a ridosso della Capitaneria di Porto.
Pier Silvio Berlusconi

Ora di pranzo. Dalle 20.00 in poi è tutto un dirigersi ai ristoranti. Sulla piazzetta c'è Puny: ha fatto la storia di Portofino. Serve abitualmente la famiglia Berlusconi al gran completo ma soprattutto Pier Silvio, che passa molto tempo al Castello di Paraggi, affittato dai proprietari Bonomi-Bolchini. All'interno, quindi no vista mare, c'è U Batti, celebre per gli scampi. In Calata c'è U Magazine: qui sono di casa Luca Baffigo Filangieri, socio di Farinetti in Eataly, e la consorte Elisa Miroglio, della famiglia di industriali tessili di Alba, ma ci passano anche Stefano Gabbana e Giorgio Armani.
Luca Baffigo Filangieri
Ma il posto migliore dove pranzare è il Concordia, fuori dal centro di Portofino a due passi dalla caserma dei Carabinieri.

Per fare quattro salti si va al Carillon di Paraggi: oppure a Capo Nord, poco distante dal Covo. Su di una palafitta costruita in mare Irene di San Sebastiano coccola i clienti-amici servendo loro le migliori acciughe fritte del Tigullio e un fantastico sushi, il tutto accompagnato dai migliori vini biodinamici della Liguria. E terminato il pranzo a lume di candela, naturalmente, si balla!

Il cibo e le guide


Spesso ci si affida alle guide: per scegliere un ristorante. Altre volte, molti, consultano Tripadvisor: ed è anche peggio.

Qualche giorno fa con degli amici siamo andati in posto che si chiama La Brinca, a pochi chilometri da Chiavari, provincia di Genova. Da Rapallo si percorre un pezzo di autostrada, si esce a Lavagna e dopo 10 minuti di curve si arriva ad un anonimo villino anni '60 (!) che ospita il ristorante.
Ci accomodiamo tra un po' di pizzi ed altrettanti merletti ed eccoci pronti ad un super pranzetto! Desolante... Vari assaggi di antipasti con, tra gli altri, castagnaccio molle, torta di patate superagliata e testarolo a prova di cemento armato. A seguire salumi molto discutibili, pansotti liguri al sugo di noci annaffiati nella panna, ravioli al tocco, cinghiale al sale, coniglio alle erbe. Vermentino locale. Spesa sui 50 a testa. Da dimenticare.
Ma se avrete la voglia di farvi un giro su Tripadvisor scoprirete che "è un'esperienza da ripetere", oppure che "è sempre fantastico", oppure che "la cena è stata squisita". Stesso andazzo sulla Bibbia del girabettole, ovvero Osterie d'Italia, edito da Slow Food.
A pagina 379 dell'edizione 2013 si può leggere che codesta bettolina "si fa interprete delle ricette della tradizione ed è tra i maggiori rappresentanti del panorama gastronomico locale".

Ora, delle due l'una: o abbiamo sbagliato posto e siamo finiti da un'altra parte. O c'è qualcosa che non torna nelle recensioni.
Ed opterei per la seconda: Tripadvisor abbiamo deciso di non consultarlo più. E il libercolo Osterie d'Italia lo abbiamo gettato nell'immondizia. Perché questa de La Brinca è l'ennesima delusione: consiglierei a Marco Bolasco, curatore di Osterie d'Italia, di scegliere collaboratori diversi e di intensificare le visite ispettive...

sabato 24 agosto 2013

St.Moritz: la Cina protagonista dell'Art Masters 2013

Sankt Moritz ritorna ad essere la culla della cultura mondiale: oltre che della Jet Society.
Si è aperto ieri 23 agosto, sotto un cielo plumbeo ed una pioggia persistente, il St.Moritz Art Masters 2013, il festival dedicato all’arte contemporanea ideato da Monty Shadow e curato da Reiner Opoku. 

Arrivato a Celerina, la mia guida è una sorridente Alessandra Cordero di Montezemolo, da sempre di casa nella perla dell'Engadina. Racconta: "più di 30 luoghi tra musei, gallerie, hotel e spazi aperti del territorio ospitano mostre personali e collettive di grandi artisti del nostro tempo, tra i quali Robert Wilson, Donald Baechler, Jan Fabre, Hubert Kiecol, Olaf Breuning, Sébastien de Ganay, Enzo Cucchi, Claudia Losi".

Ma il protagonista dei Masters 2013 è la Cina. Il paese asiatico sta vivendo una stagione artistica di grande vivacità che, partendo dalle proprie millenarie tradizioni, si apre verso le esperienze degli altri paesi. 

Ai Weiwei
St. Moritz Art Masters 2013 getta uno sguardo più attento sul divenire artistico di un Paese, che per la maggior parte degli occidentali resta un mistero. Si trovano le opere delle giovani promesse della città di Chongqing, ricca di tradizioni accademiche e situata nella provincia di Sichuan, nella Cina sudoccidentale, affiancate a quelle di premiate personalità artistiche o di riconosciuti precursori come Ai Weiwei e Fang Lijun. 

Ai Weiwei - Tree
Dal fotogiornalista Liu Heung Shing fino all’affascinante fotografo d’arte Chen Fuli, le cui fantasiose opere sfiorano il confine con la pittura, dal singolare linguaggio visivo dei dipinti di Shao Fan, ai neon di Su-Mei Tse, Leone d’oro alla Biennale di Venezia del 2003: questo è il festival engadinese.
Liu Heung Shing, 1981
Il viaggio di St. Moritz Art Masters nell’arte cinese inizia, idealmente, dalla Chiesa Protestante di St. Moritz con il gigantesco albero in bronzo di Ai Weiwei che riprende nelle forme e nelle sembianze un’identica scultura in legno conservata a Pechino. Nelle vicinanze, al Posthaus, Su-Mei Tse ha installato quattro neon che raffigurano gli ideogrammi cinesi dei punti cardinali.
Al Kempinski Grand Hotel Des Bains di Saint Moritz Bad, la sede che accoglie la sezione dedicata alla fotografia la mostra di Liu Heung Shing, vincitore del Premio Pulitzer, testimonia lo sviluppo del fotogiornalismo in Cina a partire dalla Rivoluzione Culturale fino ai nostri giorni, e si confronta col lavoro di stelle della fotografia internazionale, quali Patrick Demarchelier, Mimmo Jodice, Peter Lindbergh, Joel Meyerowitz e Ferdinando Scianna.

All’Hotel Suvretta House si tiene una rassegna dedicata alle opere del pittore e scultore Shao Fan e una alle fotografie di Chen Fuli che presenta un punto di vista poetico sulla tradizione culturale del suo paese, mentre alla Palace Galerie di St. Moritz sono esposte una decina di incisioni su legno di Fang Lijun.

Fang Lijun
E la società che conta, da De Benedetti e consorte ad Alessandra Grimaldi, parteciperà alla Foundation Night, il ricevimento di beneficenza volto a sostenere le attività della Fondazione, in programma venerdì 30 agosto: "come mancare?" mi dice Alessandra Montezemolo con il suo consueto sorriso.