Populonia |
Arrivare a Populonia in una giornata di fine maggio, lasciarsi alle
spalle una delle necropoli etrusche più estese, e salire alla Rocca è
un'esperienza unica nella vita, soprattutto se accompagnati e
meravigliosamente ospitati da Cesare Gasparri Zezza, nobiluomo, penna
sagace e narratore squisito, che ci accoglie e ci lascia addentrare nei
segreti di un luogo di famiglia.
Vista dalla torre |
Populonia fa parte della dodecapoli
etrusca ed è ricordata già da Tito Livio come la città che fornì il
ferro a Scipione l'Africano per la seconda Guerra Punica. L'antico borgo
si apre dinnanzi ai nostri occhi non appena superato il portale con lo
stemma a dragone, ci dirigiamo alla Rocca e saliamo agevolmente
sull'antica torre, un mastio semicircolare di origine medievale
punteggiato da feritoie: gli scalini sono alti e il percorso angusto.
Bisogna conquistarsi la salita (in effetti, se avessi indossato le
ballerine...) ma il panorama, una volta saliti, lascia senza fiato per
colori, luce e meraviglia! Attraverso la merlatura ghibellina del
torrione centrale possiamo ammirare il borgo che si estende sotto di
noi, come un disegno a nostra disposizione per comprendere meglio come è
modulato, e poi allungare lo sguardo al golfo di Baratti ed
all'Arcipelago Toscano: sinuoso, mentre il tramonto illumina, delicato, i
profili delle colline alle nostre spalle.
L'ospitalità del Barone
Gasparri è squisita, sacra: ci accoglie nella villa centrale del paese
e, passando per il cortile saliamo al piano nobile dove le stanze hanno
arredi antichi. Catturano l'attenzione le foto di famiglia dalle quali
spiccano sorrisi di bambini felici a ricordare che si tratta di un
luogo vivo e ricco di tradizioni familiari ancora esistenti. Nel
cortile incontriamo gli zii, persone squisite che dopo tanti anni sono
capaci di tenersi ancora per mano e guardarsi con dolcezza.
Il villaggio |
Passeggiare
per il borgo è come respirare storia antica, sentire di essere parte di
un percorso ultramillenario: la pietra color miele avvolge, i colori
della primavera sono unici e la brezza rende assolutamente terso il
cielo blu e il colore del mare ancora più intenso. Scendiamo alla
spiaggia e il mare si apre nell'imbrunire del tramonto davanti ai nostri
occhi, punteggiato di barche a vela. Neppure le fotografie riescono a
catturare la magia del momento: i colori sono di una intensità tale da
rievocare nel cuore il Piccolo Principe e i suoi quarantatré tramonti,
in grado di assorbire ogni malinconia e di restituire serenità.
Il Barone Gasparri è un gran signore: un po' tanto destrorso???
RispondiEliminasiç e allora...
RispondiEliminaCesare Gasparri Zezza è un gentiluomo. E
RispondiElimina