venerdì 30 agosto 2013

Populonia ospite di Cesare Gasparri Zezza

Populonia


Arrivare a Populonia in una giornata di fine maggio, lasciarsi alle spalle una delle necropoli etrusche più estese, e salire alla Rocca è un'esperienza unica nella vita, soprattutto se accompagnati e meravigliosamente ospitati da Cesare Gasparri Zezza, nobiluomo, penna sagace e narratore squisito, che ci accoglie e ci lascia addentrare nei segreti di un luogo di famiglia. 



Vista dalla torre

Populonia fa parte della dodecapoli etrusca ed è ricordata già da Tito Livio come la città che fornì il ferro a Scipione l'Africano per la seconda Guerra Punica. L'antico borgo si apre dinnanzi ai nostri occhi non appena superato il portale con lo stemma a dragone, ci dirigiamo alla Rocca e saliamo agevolmente sull'antica torre, un mastio semicircolare di origine medievale punteggiato da feritoie: gli scalini sono alti e il percorso angusto. Bisogna conquistarsi la salita (in effetti, se avessi indossato le ballerine...) ma il panorama, una volta saliti, lascia senza fiato per colori, luce e meraviglia!  Attraverso la merlatura ghibellina del torrione centrale possiamo ammirare il borgo che si estende sotto di noi, come un disegno a nostra disposizione per comprendere meglio come è modulato,  e poi allungare lo sguardo al golfo di Baratti ed all'Arcipelago Toscano: sinuoso, mentre il tramonto illumina, delicato, i profili delle colline alle nostre spalle. 

L'ospitalità del Barone Gasparri è squisita, sacra: ci accoglie nella villa centrale del paese e, passando per il cortile saliamo al piano nobile dove le stanze hanno arredi antichi. Catturano l'attenzione le foto di famiglia dalle quali spiccano sorrisi di bambini felici a ricordare che si tratta di un luogo vivo e ricco di tradizioni familiari ancora esistenti.  Nel cortile incontriamo gli zii, persone squisite che dopo tanti anni sono capaci di tenersi ancora per mano e guardarsi con dolcezza. 


Il villaggio
Passeggiare per il borgo è come respirare storia antica, sentire di essere parte di un percorso ultramillenario: la pietra color miele avvolge, i colori della primavera sono unici e la brezza rende assolutamente terso il cielo blu e il colore del mare ancora più intenso. Scendiamo alla spiaggia e il mare si apre nell'imbrunire del tramonto davanti ai nostri occhi, punteggiato di barche a vela. Neppure le fotografie riescono a catturare la magia del momento: i colori sono di una intensità tale da rievocare nel cuore il Piccolo Principe e i suoi quarantatré tramonti, in grado di assorbire ogni malinconia e di restituire serenità.

3 commenti:

  1. Il Barone Gasparri è un gran signore: un po' tanto destrorso???

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  2. Cesare Gasparri Zezza è un gentiluomo. E

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