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Sassicaia, il simbolo di Bolgheri |
Metà settembre. Salire con la dueposti, scoperta, dal mare a Bolgheri, percorrendo il viale dei cipressi, dà un'emozione unica: soprattutto sapendo che mi aspetta un piatto di pappardelle al cinghiale ad un tavolo della Magona, la trattoria chic del villaggio.
Ebbene si: mi tocca. Vendemmia, e vendemmia sarà. Io nei filari di Merlot di Massetto a staccare i preziosi grappoli? Ma per cortesia... Giammai. La vendemmia è molto chic: se la fanno gli altri. Insomma la questione è codesta: o andavo in Piemonte. O venivo a Bolgheri: perché la vendemmia va vista. Ogni anno. Per cui mi son detto: Bolgheri sia! Chiamo Federico Zileri, il castellano, e gli annuncio il mio arrivo. Ed eccomi con la dueposti che arranca dopo l'ingresso di San Guido. Ancora due chilometri e, lasciata la valigia al castello, mi concederò le pappardelle più buone al mondo!
Ed eccomi a Bolgheri. Bella è bella: ma di villaggi così belli in Toscana ce ne sono diversi. Il suo vantaggio? Le proprietà indivise: nel senso che non sono finite in mille rivoli. I signori del luogo erano, e continuano ad esserli, i della Gherardesca: si, quelli di Costantino. Ma soprattutto di Sibilla, di Gaddo e di Manfredi, quello che stava da Sotheby's.
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Federico Zileri dal Verme |
Matrimoni vari, le terre un po' le perdono, andando agli Incisa o agli Antinori, che comunque conservano. Il Castello va agli Zileri dal Verme per via di mamma Franca Spalletti, buonanima. Insomma rimane tutto in famiglia, niente è venduto a foresti e tutto è in ottimo stato: sembra d'essere a St. Paul. Ma il ''plus'' di Bolgheri è il vino: o meglio, l'uva. Direte: siamo in Toscana, patria del Sangiovese. E invece no: saremmo in Toscana ma, in effetti, dal punto di vista del l'uva, siamo in Francia, a Bordeaux. Perché qui il vino viene fatto con uve francesi e alla francese: Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot e Merlot per l'appunto. Eh si: un piemontese, il Marchese Mario Incisa della Rocchetta qui impiantò delle barbatelle di Cabernet portandole da Chateâu Lafite, famiglia Rothschild; insomma, quando la classe non è acqua...
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Il castello di Bolgheri |
E fu così che nel 1968 venne commercializzata dall'Incisa la prima bottiglia di Sassicaia: il vino che ha cambiato per sempre Bolgheri facendola entrare nell'empireo del vino mondiale. Da allora tutti qua: sia la nobiltà locale che ha sempre prodotto vino in Toscana, da Antinori a Frescobaldi, i primi a Guado al Tasso i secondi ad Ornellaia. Ma anche gli "stranieri", come Marilisa Allegrini, la regina dell'Amarone della Valpolicella, che qualche anno fa si è comprata Poggio al Tesoro. In poco più di quarant'anni questo pezzo di Toscana è diventato il paradiso del vinattiere. E nonostante la crisi, ma quale crisi verrebbe a dire da queste parti, il vino locale, il Bolgheri Superiore doc, è diventato il biglietto da visita dell'enologia italiana. Intanto io termino il mio piatto di pappardelle deglutendo l'ultimo bicchiere di Piastraia 2007, Michele Satta: perché tra cotanta nobiltà un po' di sangue popolano non guasta! Prosit.
Morning sei un mito! Adoro Bolgheri!
RispondiEliminaLuisella
Eh si: Bolgheri è molto chic....
RispondiEliminaSdG
Federico Zileri è bravo: ed è anche il nuovo Presidente del Consorzio: succeduto a Niccolò Incisa!
RispondiEliminaBravo Morning!
P.L.
Ciao Morning! Ti seguo su Twitter e ho visto che Franco Ziliani, noto critico di vino, ti ha risposto un po' piccato sulla scelta di Bolgheri... Quell'uomo non capisce lo "spirito" di Morning Coat, vero? Voi non siete dei tecnici: ma dei poeti!!! Continuate così!
RispondiEliminaMatteo
Ziliani il difensore del razzista vignaiolo??? Ma per piacere... W Bolgheri!
RispondiEliminaPaola
Evviva Bolgheri!
RispondiEliminaMaria Paola
Io andrò a Masseto: ma più avanti...
RispondiEliminaLetizia
Anche io ho letto il commento di Ziliani: e non mi ha sorpreso. Invidia? Non credo. Semplicemente modi diversi di vedere le cose. Certo al vino italiano fa molto meglio una Bolgheri che 100 Ligurie, o sbaglio?
RispondiEliminaUn abbraccio,
Cesare
Credo sia il miglior pezzo su una vendemmia senza menzionare la vendemmia!!!! Morning, sei un mito! Tu in vigna???? Ma per cortesia....
RispondiEliminaAlfiere
Morning, quando andrai in Piemonte? Magari dal tuo amico Gresy? O da Montezemolo?? Anche in Barbaresco/ Barolo molti vinattieri sono blasonati!
RispondiEliminaUn caro saluto,
Alberto
Mi avevano raccontato che le barbatelle Mario Incisa le prese a Migliarino, nel pisano: è vero?
RispondiEliminaPaola B.
Amo Bolgheri! Ci sono stata ieri e vendemmiavano i vermentini! Super!!!
RispondiEliminaMiki'81
Cari Morning, questo Ziliani può scrivere quello che vuole, ci mancherebbe. Ma a Bolgheri è tutta un'altra storia. Vada a chiedere com'era il vino in Italia, non solamente in Toscana, prima di Bolgheri, di Mario Incisa e di Sassicaia. Per cui stia zitto, e pensi ad altro.
RispondiEliminaMarilena
La vendemmia è bella ovunque in Toscana ma, mi spiace per Ziliani, a Bolgheri ha un altro fascino! Sarà il mare?
RispondiEliminaEmanuele C.G.
Stanno vendemmiando il Vermentino: a me piace molto quello prodotto da Michele Satta. Come dici tu, Morning, Michele è il popolano di Bolgheri! Ma il suo Vermentino è super!
RispondiEliminaAdelaide, Roma (ma spesso sulla Costa Toscana...)
Mitico Morning! Dai che spacchi tutto! W
RispondiEliminaEvviva Bolgheri!
RispondiEliminaAndre dG
Morning! Costantino della Gherardesca fortunatamente non c'entra nulla col vino...
RispondiEliminaClaretta
Io preferisco Ornellaia a Sassicaia: !!!
RispondiEliminaArturo R.
Io adoro il Masseto!!!!
RispondiEliminaPolina
olgheri bel suol d'amore! Viva la Toscana, viva Bolgheri!!!!
RispondiEliminaMattia
Mi piacciono le vendemmie! Anche in Sicilia!
RispondiEliminaAlfredo, Catania
Amo la Toscana; e amo Bolgheri.
RispondiEliminaEleonora IdR
Ziliani, ho letto. Mi spiace per lui: che non scrive male. Anche se è un po' noiosetto.
RispondiEliminaDavid R.
Rosso di Bolgheri, non Superiore, di Grattamacco. Eccellente.
RispondiEliminaFabrizio
Bolgheri? Certo che si!
RispondiEliminaCarmela, Piombino
Mario Incisa: il Re del vino italiano.
RispondiEliminaEdo
Zanella farebbe meglio ad interessarsi ai pseudo spumanti di Franciacorta...
RispondiEliminaGabriele
Gabriele, si chiama Ziliani: non Zanella... Comunque uno bravo: si fa per dire...
RispondiEliminaGiammarco
Date retta a Ziliani???? Che ridere. Lasciatelo perdere.
RispondiEliminaDaniele C.
ringraziando chi ha messo in dubbio che ne sappia di vino, dopo trent'anni che ne scrivo, o chi mi ha definito "noioso", faccio solo una domanda: vi interessa una vendemmia di uve destinate a vini veri o una vendemmia in un posto chic che esprime vini di gusto internazionali praticamente tutti uguali tra loro?
RispondiEliminaPreferite un vino che vi racconti una storia, che vi dia delle emozioni, come se ne possono trovare in Chianti Classico o a Montalcino, o i vini seriali da uve internazionali di Bolgheri e dintorni?
A Marilena, che dice "Vada a chiedere com'era il vino in Italia, non solamente in Toscana, prima di Bolgheri", rispondo che il vino in Italia, prima di Bolgheri, contava fior fior di grandi cose, di grandi vini, noti e rispettati nel mondo.
Basta informarsi, leggere un po' e non parlare a vanvera come fa lei...
Caro Ziliani, amo come scrive e spesso sono anche "politicamente" sintonizzato con lei. Ma non capisco questo suo ostracismo su Bolgheri. Prima di Mario Incisa il vino in Italia lo facevano in una ventina, o sbaglio?
RispondiEliminaAllora diamo a Bolgheri ciò che le spetta.
Marco P.
Marco P, mi dispiace contraddirla, ma la prima annata del Sassicaia é del 1968 e in Italia grandi vini si facevano già da molto tempo e le aziende produttrici di vino, di qualità e non, non erano certo una ventina come lei, non conoscendo la materia, sostiene.
RispondiEliminaSi rilegga i vecchi libri di Veronelli, Vino al vino di Mario Soldati, per convincersi che il vino italiano non é certo nato a Bolgheri o solo grazie ai marchesi Incisa della Rocchetta.
Un po' di informazione e di cultura del vino, please!
Caro Ziliani, non si agiti La prego. Non ho detto che prima di Incisa s facesse soltanto feccia... Ho detto che grazie ad Incisa, o grazie anche ad Incisa, il vino italiano ha cambiato immagine nel mondo. Tenuto presente che gli "esperimenti" di Mario risalgono a prima della fine della guerra... Suo molto cordialmente,
RispondiEliminaMarco P.
Forse la verità sta nel mezzo... Ma io amo Bolgheri!
RispondiEliminaRita dC
Cari amici di Morning Coat, complimenti ancora per il bel pezzo! Viva Bolgheri, viva la Toscana. E grazie agli Incisa, agli Antinori, ai Frescobaldi ed a tutte le famiglie storiche italiane che hanno permesso la rinascita del vino italiano.
RispondiEliminaManuel, Firenze
Antinori e Frescobaldi sono cognomi che mi fanno venire in mente una pagina non proprio brillante del vino italiano, Brunellopoli http://en.wikipedia.org/wiki/Brunellopoli
RispondiEliminaCaro Ziliani, sbaglio o nella famosa Brunellopoli erano coinvolti anche Casanova di Neri, Argiano, Banfi e molti altri? Lei, e l'ammiro anche per questo, fu uno dei primi a parlarne, se non il primo. Mi pare che che si siano celebrati i processi: chi ha sbagliato mi pare abbia pagato. Però, io, preferisco ricordare Antinori e Frescobaldi per altro. Per le famiglie che hanno avuto il coraggio di fare grandi investimenti nel comparto viti-vinicolo: più di tutti gli altri. Per aver creato Masseto o Tignanello, ad esempio... Per il resto mi permetto di farle una domanda: ma lei il nome Rossetti lo ha mai sentito? Magari presto scriverà anche di questo.
RispondiEliminaNon credo sia così segreta l'attività di questa benemerita azienda.
In ogni caso io, comunissimo mortale, amante del buon vino ma non addetto ai lavori, però in contatto stretto con molta gente che il vino lo produce, e bene, aspetto che qualcuno alzi il coperchio. Sul vaso di Pandora. Cordialmente,
Manuel
parla di Rossetti o parla di un'uva che entra spesso in maniera sotterranea in molte cantine, anche blasonate, a nome Rossissimo?
RispondiEliminaCaro Ziliani ho paura che lei sappia perfettamente a chi mi riferisco: a Rossetti, Empoli. È strano però che non ne abbia mai scritto: pudore? Il Rossissimo di Ancellotta è altra cosa. Anche se pure qui ci sarebbe da scrivere: e molto...
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